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Etichette sui salumi per indicare provenienza delle carni: il decreto italiano ha avuto l’ok della Ue

Tra poco i cittadini italiani saranno più tutelati quando acquisteranno salumi, visto che sarà obbligatorio indicare in etichetta la provenienza delle carni.
Per correttezza di informazione, più di un “ok della UE” sarebbe corretto dire che c’è stato un “silenzio assenso” da parte della UE sullo schema di decreto nazionale interministeriale che, una volta operativo, renderà obbligatoria l’indicazione dell’origine delle carni suine nei prodotti trasformati, come i salumi.

Come si ricorderà, nel Dicembre 2019 l’Italia notificò il provvedimento alla Commissione Europea e, ormai scaduti i tre mesi senza alcuna risposta, si è concretizzato il cosiddetto “silenzio assenso” per cui, secondo la procedura indicata nel regolamento Ue 1169/2011, il provvedimento può essere applicato sul territorio nazionale.
Da quello che risulta, il provvedimento dovrebbe essere già stato firmato dal Ministro delle Politiche Agricole Bellanova e in via di pubblicazione.

In sintesi, il testo del decreto prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le seguenti informazioni: Paese di nascita degli animali, Paese di allevamento, Paese di macellazione. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso Paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma ‘Origine: (nome del Paese)’.
E’ da evidenziare che la dicitura ‘100% italiano’ è utilizzabile solamente quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.

Il provvedimento è importante per tutelare la produzione italiana, visto che ormai tre prosciutti su quattro venduti in Italia provengono da allevamenti esteri.
Si stima, infatti, che ogni anno circa di 56 milioni di pezzi si riversano nel nostro Paese per essere spacciati come Made in Italy”.
Un grave problema di contraffazione che danneggia i nostri produttori ormai duramente provati dalle vicende del Covid 19.

A proposito di contraffazione…

 

Riguardo ai prosciutti, la frode più comune è quella di togliere il marchio originale per inserirne uno falso.
In genere si acquistano prosciutti esteri di scarso valore e si “trasformano” in prosciutti famosi.

Scoprire la frode è difficile ma non impossibile.
Occorre verificare se chi ha sostituito i marchi abbia commesso qualche errore lasciando traccia di quello precedente.
A volte può accadere!

 

Un altro controllo è quello di verificare se la data di salagione riportata sul sigillo metallico posto sul gambo corrisponde con quella timbrata sul prosciutto

 

Prima di essere salato al Prosciutto viene applicato sul gambo il sigillo metallico sul quale è riportato il mese della prima salagione.

 

 

Sul dorso viene invece eseguita una bollatura a fuoco dove viene indicata la data del giorno della salagione, il Lotto di appartenenza e il Bollo C.E.E. dell’Azienda.

 

Piero Nuciari

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