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Finalmente sapremo se il latte “italiano” che beviamo al mattino proviene dalla Cina!

Nella seconda metà di Maggio 2017 entrerà in vigore il Decreto del  Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia. La normativa, che ha ricevuto il nulla osta della Commissione UE e che è stata pubblicata in G.U a fine Dicembre 2016, consentirà di indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini.

Il decreto prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima in etichetta, in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile, in particolare indicando sempre il Paese di mungitura del latte.

Le diciture previste dalla norma sono le seguenti:

a) “Paese di mungitura: nome del Paese nel quale è stato munto il latte”;
b) “Paese di condizionamento o trasformazione: nome del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte”.

Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese, l’indicazione di origine potrà essere assolta con l’utilizzo della dicitura: ad esempio “origine del latte: Italia”.

Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più Paesi, diversi dall’Italia, potranno essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture:

– latte di Paesi UE: se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei;

– latte condizionato o trasformato in Paesi UE: se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei.

Se le operazioni avvengono al di fuori dell’Unione europea, verrà usata la dicitura “Paesi non UE”.

Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato.

Una considerazione.

Individuare con precisione la nazione di provenienza del latte è importante perché l’alimento potrebbe provenire da allevamenti (anche Europei!) dove gli antibiotici vengono utilizzati in maniera eccessiva, dove i mangimi utilizzati potrebbero essere affetti da aflatossine oltre il consentito (per la scarsità dei controlli), dove i mangimi potrebbero essere OGM (questo magari avviene già in Italia, dove non è consentito coltivarli ma è lecito utilizzarli per l’alimentazione degli animali! …prodigi della politica!).
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Secondo la Coldiretti, “tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che questo sia stato obbligatorio fino ad ora riportarlo in etichetta; è un importante segnale di cambiamento anche a livello comunitario, dove occorre proseguire nella battaglia per la trasparenza”.

Ma non tutti sono così ottimisti; Federalimentare, ad esempio, non lo è!

Secondo questa organizzazione, infatti, il decreto italiano per la massima trasparenza genererà addirittura “confusione” nel consumatore in quanto “gli obblighi di indicazione della materia prima entrati in vigore oggi non sono applicabili a nessun prodotto a base di latte ottenuto in altri Paesi della Comunità e venduti sul mercato italiano, con la situazione paradossale di far apparire magari più ‘italianeggiante’ un prodotto tedesco o danese che uno realmente fatto in Italia. Purtroppo l’adozione del decreto nazionale sull’origine del latte, così come l’adozione di qualsiasi provvedimento sull’origine che abbia solo una base nazionale, non raggiunge nessuno dei predetti obiettivi ma anzi aumenta la confusione per il consumatore“.

Le due posizioni sopra descritte evidenziano quanto contiamo politicamente poco in Europa.

In pratica il decreto vale per il mercato interno e per i produttori italiani e alla fine presenta lo stesso problema “fotocopia”  dell’ultima norma relativa alle indicazioni dell’olio di oliva: le regole valgono solo per i produttori italiani, ovvero, basandoci sui dati forniti dalla Coldiretti,  troveremo le indicazioni sulla provenienza solo su una confezione su 4, quindi solo su quella italiana!

Piero Nuciari

* Aggiornamento del 04/02/17
Il decreto sull’origine del latte (09/12/2016) nei prodotti lattiero-caseari è stato  pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, il 19 gennaio 2017, entrerà in vigore nei 90 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta e vi rimarrà “in via sperimentale fino al 31 marzo 2019” (efficacia transitoria del provvedimento per limitare i rischi di sua contestazione in fase di vaglio preliminare da parte della Commissione europea)

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