Acconciatori ed estetisti: l’affitto della poltrona è divenuto realtà
Dopo qualche anno trascorso ad attendere un provvedimento legislativo da parte del Governo che non è mai arrivato, lasciando con l’amaro in bocca gli acconciatori che già vedevano nell’affitto della poltrona una seria risposta alla crisi che attanaglia anche questo settore, finalmente qualcosa si sta muovendo.
Con una circolare interpretativa del 31 gennaio 2014, inviata a Regioni, Comuni e Camere di commercio, il Ministero dello Sviluppo Economico ha precisato che “in base alla normativa nazionale l’ipotesi dell’affitto di poltrona o l’affitto di cabina è possibile tra imprese, mediante uno specifico contratto in base al quale un titolare di salone di acconciatura o di un centro estetico concede in uno una parte dell’immobile e delle attrezzature, dietro pagamento di un determinato corrispettivo”.
Si tratta di un importante passo in avanti su un tema molto sentito dagli acconciatori ed estetisti, che consentirà di incentivare imprenditorialità e iniziativa personale.
Ma cos’è l’affitto di poltrona o di cabina?
E’ una forma di contratto in base al quale un titolare di salone di acconciatura o di centro estetico concede in uso una parte dell’immobile nel quale viene esercitata la propria attività imprenditoriale, con le eventuali attrezzature pertinenti, ad un altro soggetto che, in veste di imprenditore in possesso dei requisiti professionali richiesti dalla legge, esercita la propria attività di impresa nei locali concessi in affitto.
Una novità prevista dall’ultimo contratto collettivo del settore (25 Novembre 2011) che, però, non aveva ancora trovato attuazione a causa dell’immobilismo dei nostri politici.
Da Febbraio 2014, quindi, anche i giovani professionisti potranno avviare la propria attività a fronte di una spesa commisurata alle proprie necessità e, dall’altra, l’affitto della poltrona da acconciatore o della cabina da estetista potrà migliorare la redditività dell’impresa sfruttando magari una parte di locale poco utilizzata.
Un vantaggio considerevole in tempi di crisi, visto che per quanto riguarda l’attività di acconciatore, la legge ammette anche la possibilità di prestazione dell’attività da parte di soggetti non imprenditori, purché in possesso dei requisiti professionali.
La notizia è stata data alla stampa qualche giorno fa da Francesco Gatti, presidente di Confartigianato, che ha espresso soddisfazione precisando che la circolare ministeriale ha fornito indicazioni per rendere omogenee in tutta Italia le modalità di affitto di poltrona e cabina e per favorirne l’utilizzo.
E’ da evidenziare che secondo gli esperti del settore, la nostra normativa fiscale consente l’affitto di poltrona a patto che si considerino in modo distinto gli aspetti fiscali del concedente e dell’affittuario.
Per il concedente occorre chiarire che l’affitto deve riguardare solamente una porzione della sua azienda, visto che se l’affittasse per intero perderebbe la qualifica di imprenditore e, contestualmente, dovrebbe sospendere la partita IVA.
Affittando parte dell’attività, invece, gli unici obblighi previsti dalla legge sono quelli di segnalare al fisco la nuova attività svolta (l’affitto del bene strumentale) e di includere nei redditi d’impresa i ricavi derivanti dall’affitto.
Riguardo all’affittuario, è da dire che una volta presa in affitto la poltrona diventa imprenditore a tutti gli effetti con l’assunzione degli obblighi fiscali conseguenti.
Entro 30 giorni dall’inizio dell’attività dovrà, quindi, dichiarare la sua esistenza al fisco e nell’ipotesi in cui l’affittuario esercitasse già l’attività, dovrà solamente dichiarare lo spostamento della sede con le conseguenti procedure per l’apertura della partita Iva.
Dovrà inoltre tenere la contabilità prevista ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta sul valore aggiunto adempiendo ai relativi obblighi.
I guadagni dell’attività dovranno essere sottoposti a tassazione come reddito d’impresa, al netto dei costi rappresentati dall’affitto della porzione di salone e delle altre spese.
Un altro obbligo “ovvio” è, infine, la presentazione della dichiarazione Iva.
L’affittuario dovrà rilasciare per le prestazioni una propria ricevuta fiscale e dovrà rispettare l’orario di apertura e chiusura del salone indicato nel contratto di affitto.
Finalmente per gli acconciatori e gli estetisti si è aperta una nuova possibilità per contrastare la crisi dei consumi, mettendosi in comune per dividere le spese.
Una considerazione
Purtroppo gli italiani sono considerati cittadini europei solo quando fa comodo ai politici, visto che molto spesso con idee semplici, adottate magari da anni nel resto dell’Europa ma non da noi, si potrebbero risolvere problemi seri come quelli dell’occupazione e dell’abusivismo per determinate categorie di artigiani.
L’affitto ad ore o mensile di una poltrona da acconciatore, di parte di un ufficio, di una stanza in uno studio medico, di una postazione internet, etc. definita con il termine inglese “coworking”, è ormai realtà consolidata in Europa e nel resto del mondo.
Prima di quanto previsto del contratto degli acconciatori, esistevano già in Italia diverse comunità dedite all’affitto di parti di locali e/o di attrezzature; la più famosa è la “Coworking project”, composta da circa 51 uffici in condivisione dal nord al sud, sparsi tra 26 città.
Anziché attendere due anni, durante i quali centinaia di acconciatori in campo nazionale hanno dovuto abbassare le saracinesche a causa degli affitti elevati, il Governo poteva rendere subito operativa la facoltà di affitto della poltrona, prevista nel contratto di settore del 2011, con una semplice circolare (come è stato fatto ora), salvando tanti posti di lavoro.
Purtroppo non è stato fatto. …L’ennesima occasione mancata per il nostro Paese!
Piero Nuciari
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