Annona: il 48,2% dei banchi di pesce presenti nei mercati del nostro Paese non è in regola
Secondo il Movimento Difesa del Cittadino (MDC), solo 2 regioni su 10 hanno punti vendita con tutte le etichette regolari. Le regioni dove è maggiormente rispettata la normativa sull’etichettatura sono la Liguria e Umbria; la Campania è il fanalino di coda.
In base ai comunicati stampa apparsi recentemente in internet, a firma dell’ MDC, “in Italia, il 48,2% dei banchi di pesce non è in regola con l’etichettatura dei prodotti ittici, il 57,4% dei banchi di pesce indica il metodo di produzione, il 62,3% dà indicazione della zona di cattura o di allevamento, mentre l’informazione più diffusa è quella relativa alla denominazione commerciale della specie (riportata dall’85,8% del campione). Solo 2 regioni sulle 10 esaminate hanno banchi di pesce con tutte le etichette in regola”.
Nota In questa ultima indagine, il Movimento Difesa del Cittadino ha esaminato 162 banchi di pesce, dislocati in 56 mercati di 10 regioni. |
Le regioni dove il 100% dei banchi esaminati sono risultati in regola, sono la Ligurie e l’Umbria.
La Liguria in particolare ha riconfermato il primato della precedente rilevazione che l’aveva vista classificarsi al primo posto, insieme alla Basilicata, per il rispetto della normativa sull’etichettatura del pesce.
Il fanalino di coda di questa indagine, è risultata la regione Campania, dove solo il 14,3% dei banchi è risultato in regola e dove non viene rispettato nemmeno l’obbligo di indicare la denominazione commerciale della specie (in regola solo il 64% dei banchi).
Altre regioni da menzionare per il basso punteggio ottenuto, sono il Lazio (con appena il 23,4% di banchi in regola) e la Sicilia (con il 44,4%).
Perché il rispetto della normativa sull’etichettatura è importante. Come i colleghi sapranno, questo genere di controlli è importante perché tutela la salute dei cittadini. Oltre al cartello obbligatorio sulla provenienza del pesce, è importante anche operare al fine di verificare la freschezza del pesce posto in vendita. In pratica occorre chiedere al pescivendolo di sezionare l’occhio di un pesce e di estrarre il cristallino. Se risulta trasparente vuol dire che il pesce è freschissimo, se è opaco è di 2-3 giorni, se invece è scuro, vuol dire che il pesce posto in vendita è congelato.
Un piccolo cenno sulla normativa in vigore. Circa la zona di produzione, l’etichetta deve riportare l’indicazione secondo una tabella allegata Questa che segue è la tabella ufficiale delle zone di cattura:
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In conclusione
La Commissione Europea, imponendo gli obblighi di informazione ai consumatori attraverso le etichette, ha voluto mettere l’acquirente in condizioni ottimali per fare una scelta consapevole.
Inoltre, conoscere la provenienza geografica, il metodo di produzione e la tipologia di cattura, sono elementi fondamentali non solo per quanto riguarda la sicurezza alimentare, ma anche per una giusta valutazione del prezzo di vendita.
Alla luce di tutto ciò, appare quindi importante operare uno stretto controllo nel settore, verificando durante i sopralluoghi il rispetto dell’obbligo di etichettatura, stabilito dal Decreto 27 marzo 2002 del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dal D.Lgs n. 109/92 e dal recente Codice del consumo.
Piero Nuciari