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In arrivo il CETA, un vero e proprio colpo di stato mimetizzato da business

Grazie a Trump e ad alcuni governi europei (eccetto naturalmente il nostro!) che hanno messo in atto un’opposizione ferma contro il Ttip, sembrava che questo genere di accordi tra multinazionali e poteri forti, a discapito dei cittadini europei, fosse finito in soffitta.
Il tanto chiacchierato Trump, a pochi giorni dall’insediamento, aveva messo una pietra tombale sopra questo scellerato accordo commerciale che se fosse entrato in vigore, avrebbe distrutto oltre all’economia europea anche le piccole aziende americane, per favorire esclusivamente le multinazionali.

E’ triste tuttavia constatare che da qualche anno a questa parte la Democrazia, sia finita in soffitta sia in Italia che in Europa.
Quello che decidono i cittadini con referendum o altro, viene sistematicamente disatteso da coloro che immeritatamente sono stati posti al potere sia in Italia che in Europa.
Lo sforzo titanico dei cittadini europei che avevano rifiutato il Ttip rischia di essere reso vano dall’approvazione del CETA (un accordo commerciale simile al Ttip, se non peggiore, votato in Commissione Commercio Internazionale da Alessia Mosca (PD) e Salvatore Cicu (Forza Italia!) che, salvo imprevisti, avverrà in Europa il 15 Febbraio prossimo.

Il CETA è il trattato di libero scambio tra l’Europa e il Canada.
E’ bene sapere che questi Trattati sono creati su misura per le multinazionali, per le grandi aziende e le grandi industrie perché mettono molto di più in concorrenza i vari Paesi. Questo significa che l’Europa sarà messa in concorrenza con il Canada e se la gente viene messa in concorrenza, i più forti tendono a vincere. Questo significa che le piccole e medie imprese e le entità locali, come quelle agricole, avranno molta difficoltà a competere contro le grandi multinazionali e la fortissima industria agricola in Canada.
Questa è la parte economica, e poi ci sono, naturalmente, gli ICS (investment court system, in pratica dei tribunali privati, identici a quelli previsti nel Ttip… della serie: ma quanto siamo coglioni!!!): una corte privata grazie alla quale le multinazionali possono attaccare, usando un metodo unilaterale, i governi quando vengono modificate le leggi che vanno contro i loro profitti.

Di solito, in Europa, i governi tendenzialmente proteggono i consumatori, i cittadini, la salute, l’ambiente, il lavoro, eccetera, ma quello che sta accadendo con il CETA è che questa politica neoliberista sta cercando di mettere il più possibile tutto ciò che ha a che fare con il pubblico nelle mani private.
Ciò significa che i privati proveranno a fare nuovi profitti.
Questo comporta che non tutti avranno più il diritto all’educazione, alla salute, a un ambiente sano, eccetera, e questo è una catastrofe identica a quella che avrebbe causato l’accordo Ttip!

Naturalmente tutto avviene in silenzio, in sordina, all’insaputa dei cittadini.
I media di regime – per non farci pensare – ci propinano Sanremo, attenzioni morbose nei confronti della povera Virginia Raggi, l’isola dei famosi, etc.; ad eccezione di Internet, nessuno ne parla!

Panem et circenses!

Il loro obiettivo è impedirci di pensare, di essere critici, di conoscere chi è che muove queste pedine destinate a mandare sul lastrico centinaia di aziende italiane, incapaci di reggere il confronto con le multinazionali.
Se mercoledì 15 Febbraio verrà approvato (cosa purtroppo quasi certa!), ecco una breve sintesi di cosa accadrà:

AGRICOLTURA

Il CETA permette al Canada di importare liberamente prodotti suini nel mercato europeo danneggiando così l’eccellenza europea dell’industria dei salumi e degli affettati. Nel 2014, nonostante il crollo dei prezzi nel settore europeo di carne suina, i prodotti canadesi veniva venduti a un prezzo del 25% più basso.
Le pressioni competitive metterebbero a rischio le piccole e medie aziende a conduzione familiare.
Il Canada è il terzo produttore mondiale di OGM e, di conseguenza, il mercato europeo sarebbe invaso da prodotti potenzialmente nocivi.

ECONOMIA
La pressione della concorrenza comporterebbe la chiusura delle imprese locali e, di conseguenza, un aumento del tasso di disoccupazione.
Il Canada è un grande produttore di grano, così come lo è l’Italia. Il basso costo del grano canadese porterebbe a una diminuzione del consumo del grano italiano. L’industria alimentare italiana ne verrebbe danneggiata.
Alcuni settori (ad esempio la pesca) saranno costretti a chiudere la produzione perché il Canada è molto competitivo. Questo porterebbe a un aumento della disoccupazione, e una forte migrazione della popolazione locale. Il vantaggio, però, è a favore delle multinazionali che possono permettersi economie di scala e costi di produzione più bassi.

SALUTE E L’AMBIENTE
Il Canada usa la ractopamina negli allevamenti dei suini (uno steroide già vietato in oltre 160 Paesi), i neonicotinoidi (pesticidi sistemici) e sin dagli Anni ’80 gli ormoni nella carne bovina.
Il CETA elimina le barriere commerciali e, pertanto, permetterebbe al Canada, un grande produttore di sabbia bituminosa, di esportare un enorme quantità di questo prodotto dannoso per l’ambiente. La sabbia bituminosa è uno dei combustibili fossili più distruttivi per l’ambiente.
Un aumento nel commercio transatlantico porterebbe a un aumento delle emissioni inquinanti del comparto dei trasporti.

LA DEMOCRAZIA
Con il CETA nascono le corti arbitrali. I governi non saranno più in grado di proteggere i propri mercati e prodotti. Le multinazionali potrebbero citare in giudizio i governi se dovessero essere imposte norme inique per i loro prodotti o restrizioni al commercio.
Cittadini, comunità e associazioni sindacali non potrebbero più presentare ricorsi contro le imprese che violano le regole ambientali, le norme sul lavoro o sulla salute pubblica.

Una considerazione

Davanti a questa catastrofe annunciata, che vede  complici i rappresentati italiani al Parlamento europeo (ad eccezione dei 5 Stelle), sorgono spontanee due domande:
Questi politici, quali interessi stanno portando avanti? E ancora: quale convenienza ha l’Italia a rimanere nella UE e nell’euro?
…Cari lettori, ricordatevi delle risposte che avete dato alle prossime elezioni!

Piero Nuciari

Per saperne di più…

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