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Déjà vu, ovvero la tristezza di essere governati da politici disinformati

E’ dal Governo Monti che ci sto facendo caso: negli ultimi governi tecnici i nostri parlamentari stanno approvando norme che risultano essere già in vigore, alcune da anni!

L’ultimo caso è l’emendamento del Pd  alla legge Comunitaria approvato recentemente dalla Commissione Agricoltura della Camera nonostante in parere contrario del Governo, che innalza al 20% la quantità minima di frutta che deve essere contenuta nelle bevande analcoliche a base di frutta prodotte e commercializzate in Italia.

Una volta che la legge Comunitaria sarà approvata definitivamente,  la quantità minima di frutta che dovrà essere contenuta nelle bevande analcoliche a base di frutta prodotte e commercializzate in Italia dovrà essere minimo del 20%.
I  deputati Oliverio e Anzaldi che hanno presentato la proposta, hanno dichiarato che:
“Si tratta di un grande successo per la tutela della salute dei consumatori ma anche dei nostri produttori di frutta, in favore dei quali stiamo combattendo una battaglia che non piace alle multinazionali”.

Fino a qui dobbiamo dare atto della buona volontà dei due politici che si sono spesi per questa giusta causa.
Tuttavia c’è un piccolo problema: la legge e l’obbligo del contenuto minimo del 20% di frutta nelle bevande analcooliche esisteva già da qualche anno!

Infatti l’articolo 1 della legge 3 Aprile 1961, n. 286, avente come oggetto “Disciplina delle bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia”, modificato dal D.L. 13 settembre 2012, n.  158,  successivamente convertito  con  modificazioni dalla L. 8 novembre 2012, n. 189, aveva disposto (con  l’art.  8,  comma 16) che ” «Le bibite analcoliche di cui all’articolo 4 del  regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1958,  n. 719, e successive modificazioni, devono essere  commercializzate  con un contenuto di succo naturale non inferiore al 20 per cento» “.

La notizia sconvolgente sono le dichiarazioni del Governo e di alcuni politici rilasciate subito dopo l’approvazione dell’emendamento.
Questo è quanto riportato dal quotidiano La Stampa il 16 Gennaio scorso: “L’emendamento è passato malgrado il no del governo, rappresentato dal sottosegretario Giuseppe Castiglione: “Ne prendiamo atto”, ha detto dopo il voto. L’Italia apripista a tutela della salute per insegnare all’Europa ad andare in direzione della qualità, è invece il commento della deputata del Pd Colomba Mongiello all’emendamento, che chiudendo una Ue pilot, meccanismo concepito per la fase antecedente all’apertura formale della procedura di infrazione, sancisce in modo definitivo che nei succhi la percentuale di frutta debba essere del 20%.”

A questo punto viene spontaneo chiedersi: Ma in quali mani incompetenti è finito il nostro amato Paese?

Piero Nuciari

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