Direttiva Bolkestein e concessioni balneari. Ma ce la stanno raccontando giusta?
Nei mesi scorsi è nuovamente balzata alla cronaca la famosa direttiva Bolkestein.
Ogni volta che viene nominata dalla politica, sulla stampa compaiono “finestre di Overton” sulle concessioni balneari che andranno all’asta.
E’ come se la stampa lavorasse per far passare l’idea che tanto è una battaglia persa.
Sacrifici di una vita buttati al macero perché “Ce lo chiede l’Europa”!
La situazione attuale è descritta in maniera esaustiva da questo articolo tratto da www.lindipendente.online:
“In Italia l’applicazione della direttiva Bolkestein sta raggiungendo le battute finali. Domani 29 marzo la X commissione del Senato esaminerà gli oltre mille emendamenti presentati al disegno di legge sulla concorrenza, tra cui emerge la proposta per riassegnare le concessioni demaniali marittime avanzata dal Consiglio dei Ministri, in recepimento alla direttiva Bolkestein del 2006. Nonostante la ratifica avvenuta nel 2010, gli esecutivi italiani sono stati restii ad applicare la norma europea, così come dimostra l’estensione delle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2033 disposta dal governo Conte I. Tra il 2020 e il 2021 si è registrato però un cambio di rotta, in termini di politica interna ed esterna. Nel dicembre del 2020 la Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora relativa al rinnovo automatico delle concessioni balneari, minacciando di ricorrere alla procedura d’infrazione nel caso di ulteriore disallineamento alla direttiva da parte delle istituzioni italiane. Circa un anno dopo il Consiglio di Stato, organo ausiliare del Governo, ha annullato la validità della proroga al 2033 e imposto le gare entro due anni.”
Sembrerebbe una battaglia persa ma è bene ricordare, visto che i nostri politici hanno la memoria corta, che nel 2018 Frederik Frits Bolkestein (commissario Ue per il Mercato interno, la tassazione e l’unione doganale nella Commissione Prodi dal 1999 al 2004), nell’Aula dei gruppi parlamentari alla Camera, durante un intervento (del quale dovrebbero ancora esistere le registrazioni) dichiarò che:
“Le concessioni demaniali sono beni e non servizi, di conseguenza non possono essere soggette alla direttiva Ue Servizi“.
“In virtù della concessione i concessionari demaniali possiedono suolo e strutture, quindi la concessione è un bene, non è un servizio“, scandisce Bolkestein, “non vedo come le concessioni demaniali non debbano essere considerate beni ma servizi“, ribadisce, “non capisco come una concessione demaniale possa essere considerata un servizio“.
Il fatto è che “parliamo di concessionari demaniali delle spiagge, sono oltre 30mila e rappresentano una categoria economica molto importante, sono piccole e medie imprese e molta occupazione arriva dalle Pmi: economicamente parlando sono molto importanti, e non vedo come possano essere considerati servizi“. Insomma, “anche se i concessionari aiutano i turisti penso che non dovrebbero essere considerati servizi perché quello non è il loro campo principale“, precisa.
Alla fine dell’intervento, Bolkestein evidenziò che in Spagna i concessionari potevano avere una proroga di 75 anni, “se si possa fare altrettanto in Italia non so, dipende dal governo italiano“.
“I concessionari sono Pmi, sono importanti per l’occupazione e il governo italiano farebbe bene a essere d’accordo nel fare quello che il ministro dell’Economia e Finanze mi ha detto tempo fa, siamo d’accordo che non sono servizi che vengono forniti ma beni di cui si è in possesso“.
In pratica alla politica italiana, ultimamente parecchio in disgrazia, nel 2018 le castagne dal fuoco le tolse lo stesso Bolkestein.
Le domande che sorgono spontanee a seguito delle dichiarazioni del politico olandese sono le seguenti:
1) perché queste considerazioni non sono state fatte prima? 2) Perché nessuno in Europa dopo la pubblicazione della Direttiva ne ha mai parlato? 3) perché nessun “esperto” italiano ha mai interpretato la direttiva in questo senso?
Attualmente l’Italia è governata dal peggiore Governo di tutti i tempi, il cui obiettivo primario è quello di impoverire il Paese.
Può sembrare un discorso assurdo, ma, purtroppo è la realtà.
Un Governo che taglia i bilanci della Sanità e della scuola e trova sette miliardi per inviare armi a un Paese, l’Ucraina, che non è neanche membro della Nato o della Ue, violando peraltro la Costituzione.
Un Governo che lucra sul Gas Russo, (la cui fornitura non è stata mai ridotta nè aumentata di prezzo) istituendo di fatto una patrimoniale in capo alle famiglie italiane (l’ENI ha triplicato gli utili!), peraltro mal celata.
Un Governo che disonora sistematicamente la Costituzione, che ricatta i cittadini e che viola impunemente i più elementari diritti sanciti dalla carta Costituzionale.
Un Governo al quale non passa per l’anticamera del cervello il tentare di salvare le concessioni balneari, nonostante che le possibilità di riuscire a farlo, siano abbastanza elevate.
Di fatto è una scelta politica dei politici italiani, anche se ci raccontano cose diverse.
…Una scelta politica che andrà sicuramente a vantaggio… dei soliti noti!
Piero Nuciari
Articolo de Ilsole24ore del 2018 con l’intervento di Bolkstein
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