I mercati dell’usato
La legge n. 13, del 28 Febbraio 2009, avente come oggetto “Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente” ha disposto che gli enti locali devono favorire la compravendita dell’usato individuando spazi pubblici per i mercatini e per le fiere che trattano articoli di seconda mano.
L’art 7-sexies della Legge infatti stabilisce che:
1. Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare conclude con le regioni, le province ed i comuni, in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, un accordo di programma, che può prevedere la partecipazione di associazioni particolarmente rappresentative a livello territoriale, al fine di regolamentare, a fini ecologici, la rinascita e lo sviluppo, in sede locale, dei mercati dell’usato.
2. Sulla base di tale accordo, gli enti locali, a partire dal 2009, provvedono all’individuazione di spazi pubblici per lo svolgimento periodico dei mercati dell’usato.
3. Gli accordi sono aperti alla partecipazione delle associazioni professionali ed imprenditoriali interessate.
4. Con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro dell’interno, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono dettati gli standard minimi che tali mercati devono avere a tutela dell’ambiente e della concorrenza, ferme per il resto le competenze delle regioni e degli enti locali in materia di commercio. 5. Le amministrazioni interessate provvedono all’attuazione del presente articolo con l’utilizzo delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
Al giorno d’oggi, con i tempi che corrono, i negozi dell’usato stanno spuntando dappertutto; ormai non c’è città in cui non ce ne sia almeno uno. Questi locali, molto simili agli hard discount,sorgono in genere in vecchi magazzini dismessi e pongono in vendita ogni genere di oggetto: mobili, libri, biciclette, dischi, attrezzi da cucina e chincaglieria varia.
Lo scopo della legge dovrebbe essere ecologico, a favore dei cittadini, ma alcuni passaggi lasciano sinceramente perplessi visto che si ha l’impressione che l’ecologia arrivi solo come effetto collaterale di un qualche interesse economico.
Leggendo la norma, infatti, non si può non notare che non viene presa minimamente in considerazione l’idea del baratto e che a gestire questo genere di fiere e/o mercati non potrà essere il volontariato, ma solo i professionisti.
Il comma 3, dell’art 7-sexies, è quello che conferma i sospetti; infatti viene detto che “Gli accordi sono aperti alla partecipazione delle associazioni professionali ed imprenditoriali interessate.
A riprova degli interessi economici in gioco la legge prevede un decreto del Ministero dell’Ambiente (concordato con quello dello Sviluppo economico e dell’Interno) che garantisca gli standard minimi che tali mercati devono avere a tutela dell’ambiente e della concorrenza.
Il business dell’usato è ormai evidente a tutti; secondo una stima della Camera di Commercio di Milano, infatti, in Italia esistono circa 3.500 negozi che vendono articoli di seconda mano e dal 2004 al 2008 questo genere di attività commerciali sono aumentate del 35%.
E’ fuori discussione che il successo di queste imprese è dovuto ai problemi economici che stanno vivendo le famiglie italiane.
La scelta di acquistare in questi negozi è principalmente dovuta al fatto che l’acquirente può risparmiare fino al 70% rispetto al nuovo.
Ma non è lui l’unico a guadagnarci, infatti l’ex proprietario può recuperare il 50% del valore (oltre a liberarsi di beni che non gli servono più) e, per ultimo, il commerciante può ottenere un guadagno cha varia dal 35 al 50% del prezzo incassato.
Secondo studi recenti, i settori più richiesti nel mercato dell’usato sono rappresentati dal mobile (85 % delle imprese), dall’abbigliamento (22%) e dai libri.
Ultimamente risultano aumentate anche le richieste di elettrodomestici, articoli sportivi, scarpe e articolo da bambino.
Dal punto di vista normativo è da evidenziare che il mercato dell’usato deve il suo sviluppo principalmente al DPR 311/2001, che ha semplificato l’iter burocratico per l’apertura dei negozi di “seconda mano” favorendo la nascita di imprese organizzate che hanno trasformato la compravendita di oggetti usati da semplice passione ad un vero e proprio business.
Con la legge 28 febbraio 2009, n. 13, il legislatore ha invece voluto dare una connotazione “ecologica” degli stessi obbligando inoltre gli enti locali ad individuare spazi pubblici per i mercatini e le fiere che trattano questo genere di articoli.
Piero Nuciari
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