I saldi di fine stagione e la tutela dei consumatori
Sono in arrivo i saldi di fine stagione.
Gli italiani li stanno aspettando da mesi, a causa della crisi economica che da anni sta attanagliando il nostro Paese, costringendo le famiglie monoreddito a fare veri e propri salti mortali per riuscire ad arrivare a fine mese.
Nonostante l’ottimismo che i nostri governanti cercano di inculcarci attraverso i media, la realtà, spesso, è molto più drammatica di quello che uno si immagina, visto che disoccupazione, aumento degli affitti, costo dei libri, blocco degli stipendi, aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, etc, la fanno da padroni, costringendoci a una drastica riduzione dei consumi per sopravvivere.
I saldi di fine stagione rappresentano quindi un’occasione per risparmiare sull’acquisto di abbigliamento, calzature e altri prodotti che per il nostro modo di pensare consideriamo ormai indispensabili.
Ma i saldi non sono solo un’occasione di risparmio (reale o presunto) dei consumatori, ma costituiscono anche un modo, per i commercianti disonesti, di guadagnare mettendo in atto tecniche truffaldine a discapito dei clienti.
L’articolo 15 del D.Lgs. n. 114/98, ripreso da tutte le normative commerciali in vigore presso le varie regioni, prevede che nelle vendite promozionali, nei saldi di fine stagione e nelle vendite di liquidazione, “ lo sconto o il ribasso effettuato deve essere espresso in percentuale sul prezzo normale di vendita che deve essere comunque esposto.”
Con questa norma il legislatore ha voluto tutelare i consumatori; tuttavia, dopo anni di pratica è possibile affermare che né il comma 5 del D.Lgs. 114/98, né le varie leggi “fotocopia” regionali sono attualmente in grado di salvaguardare i cittadini, visto che ogni anno vengono sistematicamente denunciate dalle varie associazioni dei consumatori centinaia di procedure commerciali scorrette relative ai saldi di fine stagione.
I metodi truffaldini adottati possono essere raggruppati in tre categorie:
1) Gli sconti falsi
Una delle tecniche più in voga utilizzate dalle attività commerciali di abbigliamento è quella degli sconti falsi.
Gli sconti falsi si hanno quando il prezzo in saldo è superiore al prezzo pieno rilevato in precedenza.
E’ bene evidenziare che in questi casi il commerciante scorretto, al fine di aggirare il cliente (e i controlli) tende ad inserire in etichetta solo lo sconto e il prezzo finale, eliminando quello di partenza;
2) Gli sconti fittizi
Lo sconto fittizio è invece uno stratagemma adottato, secondo le statistiche, dal 16% dei commercianti.
In pratica il prezzo praticato durante i saldi coincide con quello rilevato prima del loro inizio.
Un’offerta che in realtà non esiste ma che fa leva sul fatto che il consumatore non può sapere il prezzo pieno e/o non può ricordarlo con esattezza nel caso in cui abbia visitato il negozio nelle settimane precedenti;
3) Gli sconti trasformisti
Allo sconto fittizio è possibile affiancare anche quello che possiamo definire “trasformista”, praticato dal 24% dei commercianti.
In questo caso il commerciante lascia la percentuale di sconto della promozione anche nel periodo dei saldi, con la conseguenza che il prezzo finale è identico a quello precedente.
In questa circostanza la scritta “Saldi di fine stagione” si rivela solo come uno specchio per le allodole capace di attirare la clientela che troverà gli stessi prezzi praticati nella promozione antecedente alla vendita di fine stagione.
Ma i saldi – per i commercianti – sono anche una corsa a chi arriva prima ad accaparrarsi i clienti.
Praticamente in tutte le regioni italiane, ogni anno, l’ingegno italico fa mostra di sé per gli stratagemmi messi in atto dagli esercenti con l’unico scopo di aggirare le normative in vigore.
I pre-saldi : un nuovo modo per aggirare la legge regionale
Una recente tecnica tesa a “giocare di anticipo” per accaparrarsi i clienti è quella dei cosiddetti pre-saldi, vietata da tutte le normative regionali in vigore.
In una cittadina della mia Regione (le Marche), i commercianti si sono inventati un metodo per aggirare la legge regionale che, alla pari delle altre regioni, fissa delle date precise di inizio delle vendite di fine stagione.
I nostri commercianti hanno messo in vetrina la scritta “In attesa dei saldi”, praticando all’interno uno sconto su tutta la merce presente nel negozio.
Questi signori, approfittando del fatto che la legge della Regione Marche consente di poter effettuare vendite promozionali tutto l’anno e senza comunicazione al Comune, a patto di non effettuare pubblicità in vetrina e/o con altri mezzi, hanno pensato bene di attirare i clienti con questo stratagemma, aggirando le disposizioni in vigore.
In questi casi occorre controllare se qualche prodotto esposto in vetrina abbia il prezzo scontato; in caso affermativo si può procedere alla verbalizzazione, altrimenti, anche se è evidente il raggiro, non è consigliabile l’intervento perché, sicuramente, il commerciante – cosciente di aver individuato un vuoto normativo- ricorrerà al Giudice di Pace che potrebbe non condividere questa interpretazione della norma, con il rischio per il Comune di pagare le spese processuali.
Come tutelare i consumatori
Per contrastare queste scorrettezze commerciali, occorrerebbe che gli Organi addetti ai controlli agissero in anticipo, effettuando rilievi fotografici delle vetrine qualche giorno prima delle date dei saldi, per poi compiere la verifica dell’effettivo sconto praticato al loro inizio.
Anche se questa procedura, specie nelle grandi città, può comportare un notevole dispendio di energie, a conti fatti risulta essere l’unico metodo per tutelare i consumatori, considerato che il classico controllo dei cartellini che in genere viene fatto di routine durante i saldi, non consente di accertare questo genere di raggiri commerciali, visto che l’operatore addetto al controllo non è in grado di verificare, salvo qualche rara eccezione, il prezzo originale delle merci.
Piero Nuciari
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