Il Decreto “Salva Italia” ha salvato i controlli commerciali
Tutti gli italiani che vivono con lo stipendio da dipendenti, avranno sicuramente atteso con ansia la pubblicazione del Decreto “Salva Italia” o “Decreto Monti”, anticipato per giorni dai media come “il più pesante dell’ultimo ventennio”, nella convinzione (purtroppo risultata veritiera!) che come al solito sarebbero stati loro i capri espiatori verso i quali gli “esperti” del Governo tecnico avrebbero rivolto le loro attenzioni fiscali.
Il 6 Dicembre 2011 l’incubo è divenuto realtà e il D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, recante “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”, successivamente convertito con modificazioni nella L. 22 dicembre 2011, n. 214, è entrato a far parte del nostro ordinamento giuridico. Sinceramente non condivido nulla dei contenuti di questa legge, perché da docenti universitari “indipendenti”, non eletti dal popolo e quindi liberi dal giogo dei partiti, mi aspettavo un intervento innovativo, rivolto a risolvere veramente i problemi del nostro Paese; invece abbiamo assistito alla solita farsa, alla quale già il Governo Amato ci aveva abituati, ovvero massacrare di tasse chi già le pagava, lasciando intatti i privilegi di tutti coloro che in questi anni si sono arricchiti alle spalle di tutti.
Devo comunque dare atto al Professor Monti della sua capacità comunicativa, da vero esperto di PNL (Programmazione Neuro-linguistica) con la quale è riuscito a far mandar giù agli italiani il boccone indigesto delle tasse.
Considerata la calma con la quale comunica e i termini che usa, è materialmente impossibile che non stia utilizzando questa tecnica con gli Italiani!
Come i più informati sapranno, la Programmazione Neuro-Linguistica, o PNL, si serve di certe parole inserite in certi schemi per influenzare la percezione e il comportamento. È una tecnica nota con il nome di “ipnosi conversazionale”, e il Prof. Monti la sta usando costantemente.
Provate infatti a fare caso alle parole che usa e che ripete spesso nei suoi discorsi; le parole “speranza”, “cambiamento” e “credere”, sono una costante.
Con questa “tecnica” il nostro Presidente intende incutere “speranza” (per conto dei suoi padroni, aggiungo io!) i quali vogliono che la gente accetti le pillole amare di oggi, nella speranza che domani arrivino tempi migliori, per paura che se la popolazione cadesse nella disperazione potrebbe iniziare immediatamente a chiedere o pretendere equità, giustizia e libertà.
Da bravo economista, il Prof. Monti sta applicando una famosa frase pronunciata dal Dott. Day, un esperto al servizio dei Rothshild, i manovratori della Goldman Sachs, risalente addirittura al 1969: “La gente dovrà abituarsi all’idea del cambiamento, talmente tanto da non poter fare altro che aspettarselo. Non ci sarà più nulla di duraturo”.
Forse per incapacità, oppure per connivenza o scarsa intelligenza, i nostri politici, salvo qualche rara eccezione, si sono fatti letteralmente incantare dal nostro “pifferaio magico”; infatti, quasi quotidianamente possiamo ascoltare i loro discorsi, le loro interviste, le loro certezze, la loro contentezza che finalmente i problemi economici del nostro Paese, dopo questa cura da cavallo, saranno finalmente risolti: l’Italia sopravviverà, …a quale prezzo non si sa, ma sopravviverà!
Di una cosa, comunque, i cittadini dovranno essere grati al Presidente Monti: l’aver azzerato con il Decreto “Salva Italia” gli effetti dell’articolo 7, del D.L. 70/2011, convertito nella Legge 12/07/2011, n. 106, che limitava i controlli di Polizia a tutela dei consumatori nei confronti delle attività dei privati.
Come si ricorderà, nella Finanziaria estiva del 2011, l’allora Governo Berlusconi aveva preteso di rilanciare l’economia e in particolar modo il commercio, limitando le attività di controllo delle varie Forse dell’Ordine, prevedendo addirittura una sanzione disciplinare nei confronti degli agenti e ufficiali di PG che avessero violato il divieto di controllare un’attività commerciale prima di sei mesi dall’ultimo controllo effettuato dal loro Ufficio o da colleghi di altre Forze di Polizia.
Alcuni commi dell’articolo 7, del DL 70/2001, stabilivano infatti che: “esclusi i casi straordinari di controlli per salute, giustizia ed emergenza, il controllo amministrativo in forma d’accesso da parte di qualsiasi autorità competente deve essere unificato, può essere operato al massimo con cadenza semestrale, non può durare più di quindici giorni. Gli atti compiuti in violazione di quanto sopra costituiscono, per i dipendenti pubblici, illecito disciplinare”.
E ancora:
“gli accessi presso i locali delle imprese disposti dalle amministrazioni locali, ivi comprese le Forze di Polizia locali comunque denominate e le aziende ed agenzie regionali e locali comunque denominate, devono essere oggetto di programmazione periodica. Il coordinamento degli accessi e’ affidato al comune, che può avvalersi delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura competenti per territorio.
Gli accessi sono svolti nell’osservanza del principio della contestualità e della non ripetizione per periodi di tempo inferiori al semestre; gli atti e i provvedimenti, anche sanzionatori, adottati in violazione di tali principi costituiscono, per i dipendenti pubblici che li hanno adottati, illecito disciplinare. Tali disposizioni non si applicano ai controlli ed agli accessi in materia di repressione dei reati e di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81, nonché a quelli funzionali alla tutela dell’igiene pubblica, della pubblica incolumità, dell’ordine e della sicurezza pubblica. Non si applicano altresì ai controlli decisi con provvedimento adeguatamente motivato per ragioni di necessita’ ed urgenza”.
In un articolo pubblicato nell’estate scorsa su questo blog, elencavo il caos che questa norma aveva provocato in campo nazionale in materia di controlli, che in alcune grandi città erano stati addirittura sospesi in attesa del decreto di attuazione.
Successivamente, come si ricorderà, una circolare ministeriale chiarificatrice stabilì che i controlli commerciali e fiscali dovevano continuare ad essere effettuati con le vecchie regole, fino alla pubblicazione del decreto attuativo.
Ora, l’articolo 11, comma 7, del D.L. 6 dicembre 2011 , n. 201 (Decreto Salva Italia), ha stabilito che:
“All’articolo 7 del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, la lettera a) è sostituita dalla seguente: a) esclusi i casi straordinari di controlli per salute, giustizia ed emergenza, il controllo amministrativo in forma d’accesso da parte di qualsiasi autorità competente deve essere oggetto di programmazione da parte degli enti competenti e di coordinamento tra i vari soggetti interessati al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni nell’attività di controllo. Codificando la prassi, la Guardia di Finanza, negli accessi di propria competenza presso le imprese, opera, per quanto possibile, in borghese;
b) al comma 2, lettera a), i numeri 3) e 4) sono soppressi”.
In pratica, non potendo il Prof. Monti abrogare completamente l’articolo scellerato a causa degli equilibri politici, ha pensato bene di azzerarne gli effetti abrogando i numeri 3 e 4 della lettera a) del comma 2.
Di seguito i contenuti cancellati:
”3) gli accessi sono svolti nell’osservanza del principio della contestualità e della non ripetizione per periodi di tempo inferiori al semestre;
4) gli atti e i provvedimenti, anche sanzionatori, adottati in violazione delle disposizioni di cui ai numeri 1)-3) costituiscono, per i dipendenti pubblici che li hanno adottati, illecito disciplinare.”
Alla luce di quanto sopra, conoscendo il funzionamento del sistema Italia, ingessato dalla burocrazia, sarà alquanto difficile che verrà attuata la programmazione dei controlli prevista dalla legge, che a mio avviso resterà lettera morta, specialmente ora che sono stati eliminati i divieti temporali e le sanzioni disciplinari.
I controlli continueranno quasi sicuramente come prima ed ogni Ufficio li effettuerà a sua discrezione, senza limitazioni, tutte le volte che riterrà necessario intervenire per prevenire o reprimere violazioni commerciali o penali.
Per una volta tanto, è possibile affermare che i consumatori avranno tutto da guadagnare nell’inosservanza della legge da parte delle Forze dell’Ordine addette ai controlli commerciali!
Piero Nuciari
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