Il Senato approva la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023: nuove norme contro la shrinkflation
Nel dicembre scorso, il Senato ha approvato in via definitiva la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 con 77 voti favorevoli e 40 contrari. Tra le novità più rilevanti introdotte dalla normativa, spicca una disposizione mirata a contrastare il fenomeno della cosiddetta “shrinkflation”, una pratica sempre più diffusa tra le aziende.
Il termine “shrinkflation” nasce dalla combinazione delle parole inglesi “shrink” (ridurre) e “inflation” (inflazione). Si riferisce a una strategia in cui le aziende riducono la quantità o il peso di un prodotto mantenendo invariato il prezzo di vendita o, in alcuni casi, aumentandolo leggermente. In sostanza, i consumatori pagano la stessa cifra, o addirittura di più, per una quantità inferiore di prodotto, spesso senza accorgersene subito. Questa pratica è ampiamente utilizzata per affrontare l’aumento dei costi di produzione, come quelli legati alle materie prime, all’energia e ai trasporti, senza incidere troppo sul prezzo apparente del prodotto, che potrebbe sembrare meno conveniente.
I settori maggiormente interessati sono quelli dei beni di largo consumo, dagli alimentari come snack, caffè e cioccolato, ai detersivi e cosmetici. L’impatto della shrinkflation si è intensificato negli ultimi anni, con un esempio emblematico rappresentato dal pomodoro in bottiglia, il cui formato è passato da un chilogrammo a 700 grammi, fino ad arrivare agli attuali 420 grammi, mantenendo però invariato o aumentato il prezzo. Questo ha generato non pochi disagi per i consumatori, soprattutto in un periodo di inflazione e difficoltà economiche.
La shrinkflation ha diversi effetti negativi. Innanzitutto, contribuisce a un’inflazione percepita più alta rispetto a quella ufficiale, poiché la diminuzione della quantità non viene registrata nelle statistiche governative. Questo crea una discrepanza tra i dati e la realtà vissuta dai consumatori, che si trovano a percepire un peggioramento del proprio potere d’acquisto. Inoltre, rappresenta un modo per aumentare i prezzi in maniera nascosta: se una confezione di biscotti passa da 500 a 450 grammi mantenendo lo stesso prezzo, il costo per unità di misura aumenta, rendendo più difficile per i consumatori fare confronti e scelte informate.
Questo fenomeno ha ripercussioni dirette sul portafoglio delle famiglie, costrette a spendere di più per soddisfare le proprie necessità, e sull’economia reale, con un possibile rallentamento dei consumi. Le famiglie, infatti, potrebbero ridurre gli acquisti o orientarsi verso alternative più economiche, come i prodotti di marca privata, spingendo le aziende a compensare con ulteriori aumenti di prezzo o ulteriori riduzioni di quantità.
Per affrontare questa problematica, la nuova legge introduce modifiche al Codice del Consumo con l’articolo 15-bis, che stabilisce l’obbligo per i produttori di informare i consumatori in caso di riduzione della quantità nominale di un prodotto rispetto alla confezione precedente. A partire dal 1° aprile 2025, questa informazione dovrà essere riportata in modo chiaro e visibile sulla confezione, specificando la riduzione in termini di unità di misura. Questa dicitura dovrà essere presente per un periodo di sei mesi dalla data di immissione in commercio del prodotto modificato.
L’obiettivo è garantire maggiore trasparenza, permettendo ai consumatori di essere consapevoli delle modifiche apportate ai prodotti e di fare scelte più informate. La misura potrebbe anche spingere i produttori a rivedere le proprie strategie, adottando pratiche più trasparenti e rispettose dei diritti dei consumatori. Tuttavia, le reazioni alla normativa sono state contrastanti. Le associazioni dei consumatori l’hanno accolta positivamente, definendola un passo importante per tutelare i cittadini. D’altra parte, alcuni produttori hanno espresso preoccupazione per i costi aggiuntivi legati all’adeguamento delle confezioni e per l’impatto sull’immagine aziendale.
La legge, che entrerà in vigore nel 2025, rappresenta un tentativo di bilanciare gli interessi di produttori e consumatori, promuovendo una maggiore equità nel mercato. Sarà fondamentale monitorare come le aziende si adatteranno e se questa normativa sarà sufficiente a contenere il fenomeno della shrinkflation. In ogni caso, la consapevolezza dei consumatori e la loro capacità di effettuare scelte oculate rimarranno elementi essenziali per contrastare queste pratiche commerciali.
Piero Nuciari
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