Le malattie trasmesse grazie alla superficialità dei gestori dei pubblici esercizi e degli addetti ai controlli
Viviamo ormai in un Paese dove lo Stato di Diritto è divenuto una barzelletta che, peraltro, non fa più neanche ridere.
L’italiano medio si è talmente assuefatto alle continue violazioni della Legge da parte del Governo, dei Parlamentari e, addirittura, da parte del Capo dello Stato, che non ci fa più caso.
I cittadini italiani sono ormai rassegnati al loro destino, allo stipendio bloccato, all’aumento inesorabile delle tasse, alla perdita costante dei loro diritti, della loro privacy bancaria, della loro pensione di reversibilità e della loro dignità.
L’affluenza alle urne dell’ultimo referendum ne è la prova: l’italiano medio è arrivato alla canna del gas, non ne può più.
Noi che indossiamo una divisa, che abbiamo giurato fedeltà alla Costituzione (ai miei tempi si faceva!), che in più occasioni abbiamo rischiato la vita per tutelare i cittadini e per garantire il rispetto della Legge (con la L maiuscola!), che ancora crediamo che la Legge sia uguale per tutti, davanti a questo sfacelo della certezza del diritto operato dagli ultimi tre Governi, rimaniamo a dir poco disorientati.
La macchina amministrativa dello Stato e delle Regioni è di fatto ferma, quasi ingolfata.
La prevenzione per la tutela dei consumatori, un tempo fiore all’occhiello del nostro Paese, è divenuta ormai un’utopia; l’unica prevenzione che viene fatta è a livello stradale, ma solo per fare cassa!
Un tempo se un cittadino finiva ricoverato al reparto infettivi di un ospedale, veniva intervistato dal medico di turno per individuare la causa del suo ricovero e della sua malattia.
In questo modo si risaliva a ritroso all’alimento e all’esercizio alimentare che lo aveva venduto o somministrato. Venivano allertati i controlli dal parte della Polizia Municipale o della ASL e il pericolo veniva eliminato.
Questo avveniva un tempo, quando le leggi in Italia funzionavano e venivano fatte rispettare!
Al giorno d’oggi se un cittadino finisce ricoverato per salmonella, epatite o altra patologia causata dagli alimenti, viene curato ma nessuno pensa di indagare per risalire alla causa.
E’ amaro dirlo, ma questa è la realtà!
Siamo ormai in Europa, siamo schiavi della spending review, del risparmio forzato, per cui qualsiasi servizio, anche quello della prevenzione, viene ridotto all’osso per risparmiare.
I nostri governanti non si rendono conto che alla fine, con i cittadini che si ammalano e/o finiscono all’ospedale, anziché risparmiare, lo Stato spende molto ma molto di più!
Qualche dato.
Prendiamo ad esempio la somministrazione della colazione nei bar o gli Happy hours.
Nel 50% dei bar i prodotti di pasticceria vengono tenuti sul bancone senza le teche di protezione, alla portata di tutti, comprese le mosche.
Nel 90% dei bar gli happy hours vengono serviti sul bancone, su ciotole comuni, prive di protezione, dove, spesso, gli avventori prendono i salatini e gli stuzzichini con le mani, senza servirsi delle posate, anche queste raramente presenti.
Per le ASL e per il 90% della polizia locale dei comuni italiani, questa prassi è ormai consolidata, visto che nessuno interviene per far rispettare la normativa di igiene alimentare in vigore.
Eccetto rari casi, dal Nord al Sud Italia, la prassi è la stessa.
In questo modo si pensa di creare meno problemi al gestore, visto che la vita è dura per tutti, anche se alla fine a pagare sarà sempre l’ignaro consumatore che per queste “banali” carenze igieniche potrebbe ammalarsi, anche seriamente, e/o finire in ospedale.
Qualcuno, sicuramente, a questo punto dirà che come al solito sto esagerando…
Io penso proprio di no e, di seguito, spiego il perché.
Se il gestore di un’attività di somministrazione venisse istruito riguardo alle malattie trasmissibili per il mancato rispetto delle norme di igiene alimentare, della loro gravità a volte invalidante se non mortale, sicuramente rispetterebbe scrupolosamente tutte le norme in vigore.
Purtroppo nei corsi previsti dalla legge, queste informazioni non vengono date oppure vengono illustrate con superficialità, rendendole vane.
I pericoli che è bene conoscere
Per prima cosa è da evidenziare che è della massima importanza la protezione degli schermi e delle teche.
Se si espongono prodotti di pasticceria alla portata del pubblico, senza protezione, potrebbero potenzialmente essere contaminati dall’enterotossina stafilococcica e da altri batteri che per diventare pericolosi occorre solo l’esposizione di pasticceria ad una temperatura favorevole per qualche ora.
La contaminazione avviene tramite la dispersione nell’area di goccioline infette emesse attraverso la tosse o gli starnuti, ma anche per contatto diretto, ad esempio attraverso le mani di un individuo infetto che tocca un alimento.
Lo Stafilococco Aureo è responsabile di infezioni che possono essere dislocate in diversi distretti dell’organismo come pelle, apparato scheletrico, apparato respiratorio, apparato urinario (uretriti) e sistema nervoso centrale.
In particolare si evidenziano alcune forme di gastroenterite (intossicazione alimentare), ma anche patologie più gravi, come osteomielite, artrite settica, borsite, sindrome da shock tossico, necrolisi epidermica tossica, polmonite, meningite ed endocardite.
Ma l’enterotossina staffilococcica non è l’unico pericolo: ce ne sono altri ben più pericolosi!
Per esempio il batterio dell’Escherichia Coli O157 può causare insufficienza renale e anemia portando l’individuo addirittura fino alla morte. Può infatti invadere e distruggere i reni di un malcapitato e questi se ne accorgerà solo quando questi organi non funzioneranno più!
Le infezioni da Escherichia Coli possono essere contratte entrando in contatto con le feci sia di umani che di animali.
La contaminazione può accadere per esempio bevendo acqua o mangiando cibo contaminato dalle feci stesse (si pensi alla cattiva abitudine dei bar di offrire gli stuzzichini nella stessa ciotola durante gli happy hours, dove l’avventore si serve senza posate, quando è appurato che il 60% degli uomini che va in bagno non si lava le mani!).
Tornando allo stafilococco aureo…
E’ bene sapere che lo stafilococco aureo trova il suo ambiente ideale nei cibi ad alto contenuto proteico come la carne, i formaggi, prodotti di pasticceria alla crema, uova, etc.
E’ invece disattivato o quantomeno non si sviluppa o produce tossine, in alimenti acidi, con poca acqua e/o con alte concentrazioni di sale.
Le cellule di stafilococco muoiono a temperature uguali o maggiori di 50-60 °C.
Quindi se l’alimento viene refrigerato a +4 °C o, se cotto, viene mantenuto a temperature maggiori di 60 ° C, viene automaticamente bloccata la moltiplicazione degli stafilococchi e la conseguente produzione di tossine.
E’ da evidenziare che i prodotti deperibili realizzati con crema pasticcera debbono essere tenuti alla temperatura da 0 a + 4 ° C.
E’ bene sapere che…
Ad una temperatura “estiva” di 30-40 gradi, i batteri raddoppiano di numero ogni 20 minuti.
Ogni batterio, messo in terreno di coltura, in 6 ore genera una colonia di 250.000 batteri!
Se un cornetto di crema pasticcera resta a temperatura ambiente per alcune ore, si verifica una elevata possibilità che l’alimento, una volta ingerito, presenti una carica microbica molto elevata. Questo non vuol dire che uno automaticamente si ammala, perché dipende tutto dalla carica minima infettante.
Un’altra regola importante ma disattesa dalla maggioranza dei baristi riguarda lo scaldavivande.
E’ infatti vietato utilizzare lo scaldavivande per riscaldare paste o bomboloni alla crema perché, a causa della temperatura, i microrganismi presenti nella crema si svilupperebbero in modo rapidissimo.
Se le poche informazioni appena descritte facessero parte del bagaglio culturale dei gestori delle attività di somministrazione e degli addetti ai controlli, si potrebbero evitare tanti guai ai consumatori e, contestualmente, farebbero risparmiare il servizio Sanitario nazionale, visto che una giornata di ricovero ospedaliero costa alla collettività circa 700 euro.
Si pensi a quanti tickets e quanti tagli alla Sanità si potrebbero risparmiare, facendo solo rispettare le leggi in vigore!
Piero Nuciari
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