Nuovi pericoli in arrivo per i consumatori europei
Il consiglio UE ha dato il via libera alla proposta della Commissione di raddoppiare il contenuto massimo ammissibile di aflatossine tossiche nella frutta secca in commercio nell’Unione Europea.Questa decisione apre la strada del mercato europeo alle nocciole turche che si distinguono proprio per gli elevati livelli di contaminazione.
Fino ad ora la Turchia, primo produttore mondiale di nocciole (78%), non era riuscita ad entrare nel mercato europeo a causa dei problemi di contaminazione da aflatossine della frutta secca prodotta.
I precedenti limiti in vigore, infatti, erano divenuti un limite invalicabile visto che nei primi nove mesi del 2009 ben 56 partite di nocciole provenienti dalla Turchia erano risultate contaminate in diversi stati dell’Ue e quindi ritirate dal mercato.
Per chi non lo sapesse, le aflatossine sono delle tossine prodotte dai funghi aspergillus e costituiscono un serio pericolo per la salute di tutti coloro che si alimentano costantemente con alimenti contaminati da questo micete.
E’ risaputo che la frutta secca viene usata in parecchi alimenti consumati quotidianamente come le creme alla nocciola, in biscotti, wafer, merendine, barrette energetiche, pistacchi, muesli, yogurt, noci, mandorle, etc.
Questi alimenti vengono spesso consumati dai bambini e le etichette non indicano la provenienza della frutta secca utilizzata, da qui il pericolo per la salute dei consumatori.
Per correttezza di informazione è da aggiungere che queste muffe attaccano anche mais, riso, fichi, oli vegetali grezzi e semi di cacao, farine, non sono distrutte dal calore né da altri processi di trasformazione e sono potenzialmente cancerogene.
Se una mucca viene alimentata con foraggio o farine contaminate dalle aflatossine, il latte che produrrà sarà lo stesso contaminato e anche se venisse bollito, costituirebbe lo stesso un serio pericolo per il consumatore.
Purtroppo il via libera Ue è solo uno stratagemma per allargare il mercato visto che davanti agli interessi economici delle varie multinazionali, la salute dei cittadini passa sempre in secondo piano.
In pratica alzando la soglia consentita sarà possibile importare in Europa anche i prodotti dei paesi in via di sviluppo, dove le primitive tecniche di raccolta e stoccaggio consentono una crescita più indisturbata delle tossine. Prevenire e controllare la formazione delle muffe infatti è l’unico modo per garantire prodotti senza aflatossine.
Sul piano sanitario l’EFSA, l’organismo europeo per la sicurezza alimentare, ha dato parere favorevole all’innalzamento dei valori consentiti; diverso è stato invece il parere del Dipartimento di Salute Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità italiano, che ha ritenuto insufficienti i dati e le argomentazioni portate dall’EFSA per innalzare i limiti di queste sostanze sicuramente nocive.
E’ inoltre da segnalare che il nostro Governo è stato l’unico che ha votato contro questo provvedimento che nei prossimi anni causerà sicuramente parecchi problemi di salute ai consumatori italiani.
Come proteggersi
Purtroppo l’unica protezione attuabile dai consumatore è quella di evitare il consumo della frutta secca e di tutti i prodotti che la contengono.
La cosa importante, comunque, è l’informazione, l’essere coscienti del pericolo che si corre con gli alimenti.
Da un lato, in quanto italiani, possiamo vantarci di vivere in un paese dove esistono controlli seri; non passa giorno, infatti, che sui media non vengano pubblicati articoli relativi a sequestri alimentari effettuati dai NAS e dalle altre forze di Polizia.
Il problema nasce quando determinati pericoli, come le aflatossine, vengono autorizzati “per legge”; in questo caso le Autorità preposte a controllo diventano impotenti e al cittadino resta solo la possibilità di boicottare determinati tipi di prodotti e/o rifugiarsi nella medicina alternativa al fine di prevenire, con gli integratori, i potenziali pericoli alimentari.
Per le aflatossine, ad esempio, è stato sperimentato in Cina che la clorofilla è in grado di inibire gli effetti nocivi.
“Uno studio della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health ha posto in rilievo che la clorofillina (derivato della clorofilla) riduce fino al 55% le modificazioni cancerogene del Dna indotte dall’aflatossina.
Per addivenire a una simile conclusione si è proceduto a un esperimento condotto sugli abitanti di una regione cinese, area caratterizzata da un altissimo tasso di tumori al fegato dovuto al consumo di cibi locali (soia, mais, noccioline) che offrono rifugio alle micidiali muffe dalle quali si produce aflatossina. Il test ha consistito nel somministrare a 90 soggetti per quattro mesi, tre volte al giorno, compresse con 100mg di clorofillina mentre, ad altri 90 sono state date compresse di placebo. L’analisi giornaliera delle urine ha permesso di concludere che la clorofillina è riuscita ad ‘intercettare’ l’aflatossina e ad ‘indirizzarla’ ai reni, permettendone l’eliminazione. “
Fonte: http://italiasalute.leonardo.it
Anche se assumere integratori potrebbe essere una soluzione, appare tuttavia assurdo che come cittadini consumatori, con tutti i problemi quotidiani che ci riserva la vita, dobbiamo addirittura studiare dei metodi per difenderci dagli effetti deleteri delle leggi fatte dai nostri governanti!
Dalle mie parti gli anziani ripetono spesso un vecchio proverbio ascolano:
“dopo peggio a viè pigghittu e lo peggio a vene sempre arrete!”
…penso che non occorra tradurre questa frase dialettale!
Piero Nuciari
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