Problema coronavirus. Il DPCM del 10 Aprile 2020 e le problematiche igieniche che emergono
Oggi, 14 Aprile 2020, entra in vigore il DPCM 10 Aprile 2020 che prevede la proroga delle misure di contrasto al coronavirus fino al 3 Maggio.
Leggendolo con gli occhi di chi da 40 anni si occupa di commercio, annona e igiene alimentare, è balzata all’attenzione una problematica che se non verrà risolta quanto prima, magari con una circolare esplicativa, causerà sicuramente un incremento del contagio anziché l’auspicato effetto contrario.
Mi riferisco all’allegato 5 del testo, avente come oggetto: Misure per gli esercizi commerciali.
Al punto 6 viene infatti previsto : “Uso dei guanti “usa e getta” nelle attività di acquisto, particolarmente per l’acquisto di alimenti e bevande”
Il problema è proprio questo!
Una persona normale, penserebbe infatti che visto che tutti utilizzano i guanti, il problema del contagio viene forzatamente ridotto.
Purtroppo è vero esattamente il contrario!
I guanti danno infatti una falsa sicurezza ed ora vorrei spiegare il perché.
Una persona prende il carrello della spesa in genere posto all’esterno dell’attività.
E’ risaputo che il carrello della spesa, o i cestino e/o i secchi con le rotelline utilizzati all’interno dei supermercati sono più inquinati di una tavoletta del water. Contengono di tutto e nel 90% dei casi non vengono mai disinfettati!
Una persona prende il carrello fuori dal supermercato, si avvia all’ingresso del locale dove trova il personale che invita a detergere le mani con il disinfettante e ad indossare i guanti usa e getta.
Fino a qui andrebbe bene se non ci fosse il fatto che una volta indossati, la persona inizia a spingere attraverso la maniglia il carrello infettando pesantemente i guanti di coronavirus o di qualsiasi altro virus e batterio.
Giunto al reparto fretta, indossando i guanti, sicuramente non li sostituirà per scegliere la frutta e la verdura, la manipolerà e la metterà nel sacchetto biodegradabile.
Scegliendo la frutta migliore, sicuramente ne toccherà molta, inquinandola.
Immaginate 200 persone giornaliere che toccano mele, pere, etc. e quanta carica infettiva potrebbero depositare sulla frutta!
Il consumatore, tornato a casa, difficilmente laverà tutta la frutta con il bicarbonato, ma la passerà nel 90% dei casi, quando va bene, sotto l’acqua corrente del rubinetto, procedura completamente inutile nell’ipotesi di coronavirus!
A tavola prenderà il frutto, magari lo sbuccerà con un coltello, toccandolo inevitabilmente, e poi lo porterà in bocca con le dita che a questo punto non saranno più igienizzate.
Quello che potrebbe accadere dopo dipenderà solo dal suo sistema immunitario!
Secondo voi sto esagerando? Penso proprio di no.
In questi ultimi venti giorni mi sono chiesto spesso il perché, nonostante che il 95% degli italiani è prigioniero in casa, i contagi siano continuati.
Le risposte possono essere tre:
La prima è che , forse, non è vero che il virus abbia un periodo di incubazione di soli 14/15 gg, ma periodi molto più lunghi;
La seconda è che il virus potrebbe essere nell’aria che respiriamo;
Terzo, l’ipotesi più probabile, che la gente si è infettata nell’unico posto dove poteva andare: al supermercato.
Nei supermercati della mia cittadina, soprattutto quelli più grandi, ho notato che da quando è scoppiata l’epidemia, all’esterno era presente personale che invitava a disinfettare le mani con apposito detergente e a indossare i guanti.
Considerato che la distanza e le altre restrizioni venivano fatte rispettare alla lettera, l’unica cosa che poteva causare contaminazione erano i guanti!
Una volta indossati all’ingresso, nessuno infatti li sostituiva per l’acquisto della frutta e, in tutta sincerità, neanche io ci avevo mai fatto caso, fino a quando, durante un controllo, ho notato un consumatore che maneggiava la frutta senza sostituire i guanti consegnati all’ingresso.
Una soluzione possibile
Sicuramente la polizia locale non potrà dare disposizioni diverse da quanto previsto nel DPCM entrato in vigore il 14 Aprile; purtroppo chi ha disposto la norma non è stato in grado di capire il problema e di questo possiamo solo prenderne atto. Nè credo che qualcuno farà una circolare esplicativa in merito, correggendo l’errore.
Purtroppo chi ha gestito l’emergenza, sin dall’inizio ha dimostrato di non avere assolutamente idee chiare, basti vedere i moduli di autocertificazione che cambiavano praticamente ogni giorno (mi sono stupito che alla fine non abbiano dato in omaggio un raccoglitore!).
Oppure le persone decedute conteggiate (non so se lo sapete ma da quando è scoppiata l’epidemia, in Italia nessuno è più deceduto di cancro, infarto o altre patologie. Tutti sono deceduti di coronavirus e velocemente cremati, senza mai un’autopsia)!
Nonostante questo, se qualcuno avesse un minimo di spirito critico e andasse a cercare i dati istat dei deceduti nel corso degli anni nello stesso periodo (1 gennaio – 31 Marzo), non potrebbe non notare che nonostante la “carneficina” descritta abbondantemente dai media, nel 2020 sono morte 165.367 persone, nel 2019 sono decedute 185.967, nel 2018 184.991!
Decisamente qualcosa non torna!
Come non torna il fatto che abbiano trovato una soluzione per curare i ricoverati rapida, sicura e a costo zero: l’ozonoterapia. Una soluzione che potrebbe permettere all’Italia di tornare alla vita normale la prossima settimana! Ha iniziato l’ospedale di Udine dove non hanno più nessuno intubato e ora solo pochi ospedali, nonostante il successo della terapia, la stanno adottando. Un Governo intelligente l’avrebbe subito disposta su scala nazionale, e invece no!
Si punta sulla vaccinazione, nonostante che pochi giorni fa i cinesi abbiano dimostrato che l’80% di chi guarisce da coronavirus non produce anticorpi per cui un vaccino è tecnicamente impossibile, come per altro ha sempre sostenuto il Dr. Montanari.
Ma stanno tutti puntando lì e non ci sarà da stupirsi che alla fine lo metteranno obbligatorio, come ha già anticipato Zingaretti, magari sul rinnovo della patente, come Renzi inserì nella bolletta Enel l’abbonamento alla Rai!
Non è più possibile capire se si persegue l’interesse dell’ Italia, degli italiani o delle multinazionali farmaceutiche: il business dei vaccini è infatti enorme, specie se si dovessero mettere obbligatori!
Ma torniamo ai guanti…
Una soluzione potrebbe essere quella di chiedere al supermercato di mettere un cartello in prossimità del reparto frutta e verdura, nel quale si chiede al consumatore di sostituire i guanti consegnati all’ingresso prima di maneggiare la frutta o, in alternativa, di mettere un cartello dove a caratteri cubitali venga consigliato, al fine di evitare infezioni, di lavare sempre la frutta con il bicarbonato o amuchina prima di consumarla.
Entrambe le soluzioni potrebbero andare bene. Speriamo che qualcuno abbia il buon senso di dare questi consigli ai commercianti!
Piero Nuciari
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