Registro pubblico delle opposizioni: una legge che non funziona
Penso di essere stato uno dei primi ad iscrivermi al registro delle opposizioni, visto che per mesi diversi gestori telefonici, concorrenti Telecom, mi avevano preso di mira telefonandomi rigorosamente negli orari dei pasti principali, con il numero telefonico rigorosamente oscurato, proponendomi le loro offerte commerciali.
Una volta iscritto nel registro ho cantato vittoria, come sicuramente avranno fatto tanti italiani nelle mie stesse condizioni.
La brutta sorpresa, però, non è tardata ad arrivare, visto che solo dopo un mese sono iniziate nuovamente le telefonate dei call center delle varie società telefoniche e commerciali; vano è stato il mio tentativo di dire loro che ero iscritto al Registro e che non volevo essere disturbato, visto che hanno continuato a telefonare imperterriti, ogni volta dopo 3-4 giorni dalla telefonata precedente, come se avessero un piano prestabilito.
Dopo l’ennesima telefonata commerciale di Teletu, ho deciso di contattare il registro delle opposizioni inoltrando una protesta attraverso il sito internet ufficiale.
Nella email ho chiesto di sapere quali sono i mezzi a disposizione dei consumatori per tutelarsi.
Questa è stata la risposta, pervenuta dopo qualche giorno:
”Gentile Utente,
lei può agire nel modo seguente: la prossima volta che questi signori richiamano, lei, sulla base della Legge per la Privacy (art. 7) ha il diritto di chiedere all’operatore: 1) da quale lista è stato estratto il suo nominativo, 2) il nome del titolare del trattamento dei dati.Se risulta che il numero è stato estratto dagli elenchi lei, sulla base della sua iscrizione al Registro, può effettuare direttamente un reclamo circostanziato al Garante per la Privacy che si attiva immediatamente davanti a reclami circostanziati.Se invece il suo numero è stato estratto da una lista cosiddetta consensata (numeri ottenuti per consensi dati in sede di sottoscrizioni, acquisti, fidelizzazioni, ecc…), lei, sempre sulla base dell’art. 7 della legga sulla Privacy ha diritto di chiedere e di ottenere la cancellazione del suo nominativo da suddetta lista.
Un fac simile del modulo per richiedere la cancellazione dei dati si trova sul sito del Garante per la Privacy al seguente indirizzo:
http://www.garanteprivacy.it/garante/navig/jsp/index.jsp?folderpath=Fac-simile+e+adempimenti%2FEsercizio+dei+diritti
Il modulo va compilato e inviato al responsabile del trattamento dei dati che ha l’obbligo di procedere alla cancellazione. Se, in seguito a sua richiesta di cancellazione, le chiamate provenienti da quello specifico operatore di telemarketing non cessassero, può segnalare il caso al Garante per la Privacy.
Cordiali saluti
Il Gestore del Registro Pubblico delle Opposizioni – Fondazione Ugo Bordoni”
Sapendo come (non) funzionano le cose in Italia, debbo dire che la risposta della Fondazione Bordoni, non mi ha soddisfatto, perché presuppone che chi contatta i consumatori sia disponibile a rivelare la provenienza dei dati in proprio possesso (cosa alquanto difficile visto che i call center rispondono sempre che gli elenchi telefonici sono forniti dalle Ditte interessate e che non sono in grado di conoscere la provenienza) e, soprattutto, il nome del titolare del trattamento dei dati.
Ogni volta che ho posto queste domande (che già conoscevo) a chi mi contattava, ho sempre ricevuto una risposta vaga.
In assenza di questi dati, è quindi quasi impossibile presentare un reclamo; o meglio, lo possiamo presentare dicendo che genericamente il call center di Teletu (per fare un esempio) ci ha contattato contro la nostra volontà in data X, senza però sperare che il Garante intervenga in nostro favore.
In pratica perdiamo solo tempo!
Ce lo vedete, infatti, il Garante che ordina alla Telecom di scandagliare le nostre telefonate alla ricerca di un fantomatico contatto anonimo di Teletu avvenuto in una determinata data?
Per come funzionano le cose in Italia, penso proprio di no.
Il Registro delle Opposizioni, in pratica, è l’ennesimo sperpero di denaro pubblico e una grande presa “per i fondelli” dei consumatori!
Ma dopo il danno… è arrivata anche la beffa!
Come se non bastasse, è del 10 Maggio 2011 la notizia, apparsa sulla stampa, che il Decreto sviluppo, approvato il 5 Maggio, ha esteso alla posta cartacea le regole del Registro delle Opposizioni.
D’ora in poi, in base alle disposizioni della norma emanata dal Governo, chiunque vorrà, potrà inondare legalmente le nostre buche delle lettere con chili di pubblicità spazzatura.
In pratica il governo ha dato libertà ad aziende e scocciatori di usare gli elenchi del telefono come indirizzari ai quali attingere per inviare comunicazioni non richieste.
A meno che un utente non si opponga esplicitamente all’invio di materiale, la sua cassetta postale diventerà proprietà di tutti.
Il Decreto capovolge completamente la disciplina della pubblicità postale, visto che fino a oggi era vietato spedire una lettera promozionale senza aver prima chiesto il consenso del destinatario.
Questa regola, come si ricorderà, aveva solo alcune eccezioni: era permesso il volantinaggio anonimo e le aziende potevano contattare per posta i propri clienti abituali, secondo le disposizioni del garante della privacy. Ma non si poteva in alcun modo cercare sull’elenco l’indirizzo di una persona e mandargli la pubblicità con una busta intestata a suo nome.
In conclusione
Siamo di fronte all’ennesima operazione di facciata dei nostri governanti, i quali hanno il pregio di cambiare ogni tanto (per la verità molto raramente!), lasciando però rigorosamente inalterato il loro “modus operandi”, le loro “operazioni di facciata”, realizzate sempre con lo scopo di favorire le lobby economiche e… illudere i cittadini!
Piero Nuciari
Views: 126