Sospesa l’efficacia della nuova legge sul made in Italy
In una nota pubblicata sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico è stato precisato che la legge n. 55 dell’8 aprile 2010, che sarebbe dovuta entrare in vigore a partire dal 1° Ottobre 2010, rimarrà priva di efficacia fino all’adozione del decreto interministeriale che conterrà le disposizioni attuative della legge stessa.
Come era facilmente prevedibile, il testo della “Reguzzoni-Versae” ha subito diverse contestazioni da parte dell’Unione Europea per motivi sia formali, legati al mancato rispetto delle tempistiche per la sua notifica alle autorità comunitarie, sia sostanziali, configurandosi una possibile distorsione della libera circolazione delle merci.
La prima conseguenza di questo “atteggiamento” europeo è stata la mancata emanazione dei decreti attuativi entro il termine previsto del 23 Agosto, che, conseguentemente, ha portato al differimento dell’entrata in vigore della legge, visto che, senza regole operative per metterla in pratica, la sua applicazione sarebbe stata praticamente impossibile.
Prevedendo la sospensione della norma, l’agenzia delle Dogane, con la circolare del 22 Settembre 2010, Prot. 119919/RU, aveva chiarito che in attesa dell’adozione della normativa di attuazione della legge, continueranno ad applicarsi le norme del codice doganale comunitario (Regolamento CEE n. 2913/92) e le relative disposizioni di applicazione (Regolamento CEE n. 2454/93). Di analogo contenuto è la direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 settembre 2010 indirizzata alle amministrazioni dello Stato.
I tempi previsti per l’entrata in vigore della legge si prevedono tuttavia abbastanza lunghi: dai 60 ai 90 giorni.
Attualmente, sulla legge del “Made in Italy” si è aperto un tavolo di confronto a Bruxelles dove a fine Settembre si è svolta la prima riunione del tavolo tecnico.Dopo un acceso dibattito si è deciso di trasmettere alla Ue i decreti attuativi, aprendo la procedura di esame al fine di verificarne la compatibilità con le norme comunitarie.
Una riflessione
Ancora una volta viene spontaneo chiedersi se entrare in Europa sia stato per tutti noi un guadagno o meno.
Tutte le normative Italiane, tese a tutelare la nostra economia e, soprattutto, i consumatori, vengono infatti sistematicamente stoppate dalla politica europea che in più di un’occasione ha dimostrato di non fare gli interessi dei cittadini ma delle lobby economiche che finanziano, naturalmente per tornaconto, le varie formazioni politiche europee.
Non si spiegherebbero, altrimenti, alcune recenti Direttive che io definisco “scellerate” come ad esempio la Direttiva 2004/24/CE ed altre.
In base a questa Direttiva, infatti, i medicinali vegetali tradizionali, per capirci quelli non chimici, verranno messi al bando in tutta Europa dall’1 Maggio 2011.
Non è difficile capire chi sta veramente dietro al politico (o ai politici) che l’hanno proposta e approvata, come non è difficile capire quali sono le vere motivazioni dell’ostruzionismo in atto a livello europeo contro la nostra legge del “made in Italy”!
Gli interessi economici in gioco sono enormi e chi ne fa le spese sono naturalmente i consumatori.
La colpa di questa situazione, come ho scritto in altri articoli, è comunque nostra, visto che troppo spesso gli italiani votano coloro che li dovranno rappresentare in Europa, basandosi esclusivamente sull’aspetto fisico, sul fatto che sono simpatici, perché magari cantanti, attori o Vip con la battuta pronta, pensando superficialmente che in fondo sono persone che andranno solo a riscaldare una sedia e a prendere un cospicuo stipendio.
Nella realtà, queste persone dovranno invece decidere per la vita di tutti, dovranno essere competenti e capaci di contrastare i rappresentanti degli altri Stati qualora questi dovessero presentare iniziative legislative contrarie ai nostri interessi.
Attualmente questo non avviene e i continui stop alle varie normative tese a tutelare l’origine dei prodotti italiani ne sono la prova!
Piero Nuciari
In allegato: la nota Ministeriale con la quale è stata sospesa l’efficacia della legge
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