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Stabilite in campo nazionale le date dei saldi di fine stagione

 Per il futuro, molto probabilmente a partire dal prossimo anno, i saldi di fine stagione avranno inizio lo stesso giorno su tutto il territorio nazionale.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nel corso della riunione del 24 marzo 2011, ha assunto un  documento denominato “indirizzi unitari” per l’individuazione della data di inizio dei saldi.
Tutte le regioni e le provincie autonome si sono impegnate ad adattare la propria normativa agli indirizzi operativi approvati il 24 marzo scorso.
La proposta di uniformare a livello nazionale la data di avvio dei saldi era stata avanzata dalla Confcommercio, in accordo con Federdistribuzione, con lo scopo  di evitare la solita corsa all’anticipo dei saldi che, di fatto, disorientava i consumatori e le stesse imprese, le quali, inevitabilmente, riscontravano problemi nel programmare con largo anticipo le campagne pubblicitarie e l’organizzazione del personale di vendita. In base all’accordo, su tutto il territorio nazionale le date di inizio delle vendite di fine stagione, verranno individuate in base alle seguenti scadenze:- il primo giorno feriale antecedente l’Epifania;- il primo sabato del mese di luglio.
A partire dal prossimo anno, quindi, i consumatori non assisteranno più alla gara tra regioni per chi inizia prima con i saldi, alla quale i media, negli ultimi anni, ci hanno abituato.
Finalmente tutti partiranno dallo stesso nastro di partenza, con evidente vantaggio da parte dei commercianti e dei consumatori.
Il prossimo obiettivo, a detta degli esperti del settore, sarà quello di liberalizzare le “vendite promozionali”, al momento ancora vietate nel periodo coincidente con i saldi e nei trenta giorni antecedenti, e disciplinare le deroghe domenicali e festive, al fine di evitare le penalizzazioni tra territori di Regioni confinanti, per il fatto che si definiscono calendari di gran lunga diversi. Quello delle deroghe domenicali e festive è un problema serio, che interessa praticamente tutte le regioni italiane, visto che ogni regione ha la possibilità di disciplinare come meglio crede la propria attività commerciale.
Un esempio per tutti può essere quello della provincia di Ascoli Piceno, le cui attività commerciali sono in perenne difficoltà nei confronti della concorrenza abruzzese, posta a pochi chilometri dal proprio territorio e con un calendario ben diverso e più ampio.

Piero Nuciari

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